“Manifesto politico delle rifugiate e dei rifugiati in Libia” diffuso da p. Zanotelli. Il 5 gennaio digiuno di solidarietà con i migranti e Lucano
“Siamo persone rifugiate che vivono in Libia.
Veniamo dal Sud Sudan, Sierra Leone, Ciad, Uganda, Congo, Ruanda,
Burundi, Somalia, Eritrea, Etiopia e Sudan. Stiamo fuggendo – si legge
in un manifesto politico diffuso dal missionario comboniano padre Alex
Zanotelli – da guerre civili, persecuzioni, cambiamenti climatici e
povertà nei nostri paesi di origine. Siamo state tutte spinte da
circostanze al di là della sopportazione umana.
Volevamo raggiungere l’Europa cercando una seconda possibilità per le
nostre vite e siamo dunque arrivate in Libia. Qui siamo diventate la
forza lavoro nascosta dell’economia libica: poniamo mattoni e costruiamo
case libiche, ripariamo e laviamo auto libiche, coltiviamo e piantiamo
frutta e verdura per i/le contadini/e libici/he e per le mense libiche,
montiamo satelliti su tetti alti, schermi etc.
A quanto pare questo non basta alle autorità libiche. La nostra forza lavoro non è sufficiente.
Vogliono il pieno controllo dei nostri corpi e della nostra dignità.
Quello che abbiamo trovato al nostro arrivo è stato un incubo fatto di
torture, stupri, estorsioni, detenzioni arbitrarie.
Abbiamo subito ogni possibile e inimmaginabile violazione dei diritti umani, non solo una
volta.
Siamo stati intercettati con la forza in mare dalla cosiddetta guardia costiera libica –
finanziata dalle autorità italiane ed europee – e poi riportate nelle
carceri e nei disumani campi di concentramento. Alcune di noi hanno
dovuto ripetere questo ciclo di umiliazione due, tre, cinque, fino a
dieci volte.
Abbiamo cercato di alzare la voce e diffondere le nostre storie. Le
abbiamo raccontate a istituzioni, politici, giornalisti ma, a parte
pochissimi interessati, le nostre storie sono
rimaste inascoltate.
Siamo stati deliberatamente messi a tacere e abbiamo deciso di rompere questo silenzio.
Dal 1° ottobre 2021, il giorno in cui la polizia e le forze militari
libiche sono venute nelle nostre case nel quartiere di Gargaresh e hanno
compiuto repressioni spietate e raid di massa contro di noi, migliaia
di persone sono state arbitrariamente arrestate e detenute in disumani
campi di concentramento. Il giorno dopo, siamo venuti come individualità
e ci siamo riuniti presso la sede dell’UNHCR. Qui abbiamo capito che
non avevamo altra scelta che iniziare ad organizzarci.
Abbiamo alzato la nostra voce e quella dei rifugiati che sono stati costantemente messi a tacere.
Non possiamo continuare a restare silenti mentre nessuno difende noi e le nostre vite .
Ora siamo qui per rivendicare i nostri diritti e cercare protezione in paesi sicuri.
Perciò ora chiediamo con fermezza con le nostre voci:
– Evacuazioni verso terre sicure dove i nostri diritti possano essere tutelati e rispettati.
– Giustizia e uguaglianza tra rifugiatə e richiedenti asilo registratə presso l’UNHCR in Libia.
– L’abolizione dei finanziamenti alle guardie costiere libiche che hanno, costantemente e
violentemente, intercettato le persone in fuga dall’inferno libico e le
hanno portate in Libia dove sono vittime di ogni tipo di atrocità.
– La chiusura di tutti i centri di detenzione in Libia, che sono interamente finanziati dalle autorità italiane ed europee.
– Che le autorità consegnino alla giustizia i/le colpevoli che hanno
sparato e ucciso i nostri fratelli e le nostre sorelle sia dentro che
fuori dai centri di detenzione.
– Che le autorità libiche interrompano la detenzione arbitraria delle persone prese in carico
dall’UNHCR.
– Forzare la Libia a firmare e ratificare la costituzione della Convenzione di Ginevra del 1951 sui/lle rifugiati/e.
FREEDOM, HURRIYA, LIBERTÀ!”.
Insieme con questo “Manifesto politico delle rifugiate e dei rifugiati in Libia”, padre Zanotelli ha diffuso anche la convocazione al nuovo DIGIUNO DI GIUSTIZIA IN SOLIDARIETA’ CON I MIGRANTI
Il 5 gennaio, primo mercoledì del mese, è la nostra giornata di
digiuno in solidarietà con i migranti. Anche questo mese, purtroppo,
siamo obbligati a fare questo gesto non davanti al Parlamento(a
tutt’oggi ancora vietate le manifestazioni), ma a Napoli.
Saremo in piazza del Plebiscito, davanti alla Prefettura, dalle ore
16,30 alle 18.00. Prioritariamente in questo mese, dedichiamo questo
nostro digiuno alle migliaia di persone che da quasi quattro mesi, sono
davanti alla sede dell’UNHCR di Tripoli, e hanno mandato un appello
riportato qui in calce. Chiediamo con questo nostro digiuno al ministro
degli Esteri, L. Di Maio , di ascoltare il grido di queste nostre
sorelle e fratelli con l’attivazione di corridoi umanitari verso “terre
sicure dove i loro diritti possano essere tutelati e rispettati.”
Senza dimenticare le migliaia di persone ammassate lungo il confine della Polonia in questo gelido inverno.
Digiuniamo altresi per le vergognose motivazioni per i processo a Domenico Lucano: vittima innocente di un processo politico.
Padre Alex Zanotelli, a nome del Digiuno di giustizia in solidarietà con i migranti