Una Canzone di Pace 2011
di Vittorio Nicoletti Altimari
Ho una motivazione speciale per scrivere questo commento alla Canzone di Pace 2011, che mi è data dall’emozione per le misteriose vie che mi hanno portato a questo evento.
Nel 2005 vidi, a casa di un amico, la presentazione di questa iniziativa e, mentre ritornavo, scrissi di getto una canzone. Trascorsi qualche giorno a sistemare l’arrangiamento e cominciai, così per gioco, a registrare tutto per partecipare al concorso. Non mi attraeva il desiderio di vincere, ma il tema della pace mi stimolava molto. La mia compagna era morta pochi mesi prima, per un cancro, all’età di trenta anni, e la canzone è dedicata a lei. Purtroppo i termini per la presentazione del materiale erano scaduti, così lasciai perdere, e tutto rimase nel proverbiale “cassetto”.
Quando ho conosciuto Raffaele Bruno ed Emanuele Aprile ed abbiamo dato vita alla RETE CO’MAR, ho scoperto che proprio loro curavano la selezione musicale della CANZONE DI PACE. Così, per una straordinaria concatenazione di eventi, ho avuto la grande gioia di poter rappresentare, fuori concorso, quella canzone scritta tanto tempo prima, proprio per quel palcoscenico: “UNO SPAZIO DI PACE”, accompagnato dagli amici della Rete Co’mar.
Ho avuto anche il piacere di essere parte della giuria e di partecipare con impegno e passione a questo evento straordinario. Mi è stato chiesto soprattutto un giudizio tecnico, da musicista, ma per me la bellezza sta sempre nell’integrazione armoniosa della musica con il testo e con tutto il resto. Non amo la competizione e so che tutti coloro che hanno partecipato, lo hanno fatto per motivazioni che vanno oltre quelle del “concorso”. Così, spero che Corrado sia d’accordo, farò un piccolo e personalissimo articolo sulle cose che mi hanno trasmesso, e un po’ di considerazioni su ogni gruppo che si è esibito.
Incomincio con i Gatta Blù e con la linea sottile che separa la normalità dalla follia; con la bellezza della musica che gioca a danzare da una parte all’altra. Il suono ossessivo dell’organo e del tamburo, la chitarra e le voci dei bambini, tutto di una semplicità e di una immediatezza struggente. Il testo esplicito con cadenze metriche quasi recitative. Un viaggio, quasi in trance, dal quale ritorni con una tenerezza particolare, quella di chi ha attraversato una frontiera per abbracciare il proprio fratello.
Poi continuo con i Liberanti street band che hanno presentato un progetto musicale molto piacevole e ben strutturato, con ottimi musicisti ospiti insieme ai ragazzi che sono in carcere. Il testo è diretto, affermativo. “L’amore è saggezza!!” …tra le altre, questa frase mi ha fatto commuovere; nella sua semplicità dice una cosa enorme: l’amore è la conquista di chi ha attraversato il sacrificio e le tribolazioni, è il risultato che arriva inaspettato quando la vita ti porta a scavare profondamente dentro di te. L’amore è una sapienza antica, profonda. La saggezza è ciò che ti aspetti da un anziano, da una persona che ha vissuto con attenzione, da una persona che ha esperienza…e tutta la tua esperienza ti porta ad affermare con ogni cellula del tuo corpo una sola realtà : l’amore!
Dei Santa Caterina ho apprezzato la compattezza e l’organizzazione della musica e del testo, senza particolare slancio, forse per l’emozione della prima partecipazione, sono certo che faranno meglio nei prossimi appuntamenti. Per la categoria delle associazioni, sappiamo quanto è importante il lavoro degli operatori e quanto è difficile tenere insieme i gruppi numerosi ed eterogenei. Tutti da applaudire per l’impegno e l’elevato quoziente di difficoltà!!!
E passiamo ai gruppi musicali.
Monica Riccio è una ragazza giovane piena di riccioli ed idee musicali, si è presentata da sola con un piccolo congegno elettronico, ben noto ai musicisti, con il quale ha costruito una bella canzone, poetica ed evocativa, giustamente premiata come miglior canzone di pace. Monica ha dimostrato di essere una cantautrice preparata ed interessante, capace di arrangiare e condurre un brano da sola come se fosse un gruppo di cloni. Ci hanno provato in tanti, con la loop machine…alla fine un gruppo vero da maggiori soddisfazioni…la bio-diversità è una ricchezza da tutelare.
I Fasi Alterne sono la classica band giovanile: pieni di energia e rock’n’roll; nelle prove mi erano sembrati più convinti e convincenti, comunque la performance è risultata molto precisa e godibile; hanno dimostrato quella compattezza che si raggiunge solo con tante, tante prove. Il premio alla musica è stato giustamente il loro (anche io li ho votati…). Il testo non mi ha colpito particolarmente anche se è stato ben interpretato dal vocalista. Gli amori un po’ confusionari vanno tanto di moda, ma la composizione del testo non raggiunge il pathos desiderato…la musica sopperisce bene per il momento.
Gli Abat-Jour sono un duo chitarra e percussioni che hanno presentato una canzone molto particolare. Il testo è ben scritto, pieno di immagini e di citazioni colte. Nel complesso li ho trovati un po’ noiosi…la chitarra non riesce a dare la giusta modulazione al testo molto lungo. Una classica ballata con qualche accordo in più, invece che uno solo, avrebbe aiutato il povero ascoltatore a rimanere attento. Ad un certo punto mi sono trovato a seguire l’ottimo percussionista che si muoveva molto bene sulle sue congas. Eppure la data 24 giugno mi aveva fatto ben sperare…giorno del mio compleanno…(qualche anno prima del 1976!). Le opere, i luoghi e le persone citate le ricordo bene tutte. Proporrei: testo degli Abat-Jour e musica delle Fasi Alterne… un supergruppo!!!
Poi ci sono stati gli autori del miglior testo : I Pietra Angolare. Sono pienamente concorde con la giuria sulla valutazione espressa. Questo testo, lungo e fitto, cantato a mo’ di rap, esprime un concetto forte di partecipazione sociale che coinvolge ed è molto potente. Non è una cosa da niente tutto quello che ci capita, ed il risveglio dei cittadini, degli uomini tutti, è un vento rivoluzionario che scuote il mondo intero. La partecipazione sarà la pietra angolare del nuovo millennio? Me lo auguro con tutto il cuore. Da un punto di vista musicale, un po’ di novità non farebbe male ai pietra angolare, ancora troppo ancorati agli schemi classici del blues-pop alla Pino Daniele prima maniera. Il Rap ha bisogno di maggiore grinta…bisogna arrabbiarsi di più! Consiglio una immersione totale nei Cosang’, così, tanto per farci saltare dalle sedie il prossimo anno.
Per concludere, ho molto apprezzato le presentazioni fatte dagli allievi della scuola di italiano; tutte le nazionalità che hanno partecipato simbolicamente a questo evento dimostrano che il mondo può unirsi nel nome della pace e della cooperazione, e che la musica e l’arte rappresentano l’umanità più di ogni guerra. Grazie a Corrado ed a tutto il gruppo della Canzone di Pace, con amore.
Vittorio