Si è concluso l’anno scolastico
Anche quest’anno la nostra “Scuola di italiano per immigrati” non ha mancato all’appello di esami certificativi CILS. In tutto 36 alunni di diversi livelli hanno svolto con serietà e dedizione le prove CILS livelli A2, B1 e B2. Come deciso dall’ente certificante, l’Università per stranieri di Siena, persistendo l’emergenza COVID, i livelli A2 integrazione in Italia e B1 cittadinanza si sono svolti solo in modalità orale, invece il B2 si è svolto in modalità “tradizionale” che prevede anche le prove scritte.
Si è iniziato, come da calendario, lunedì 7 giugno con le prove orali sostenute dai 12 candidati per la certificazione A2 integrazione necessaria per ottenere il permesso di Soggiorno CE o “carta di soggiorno”.
Si è proceduto martedì 8 giugno con 4 allieve del libello B2 che hanno sostenuto la mattina le prove scritte e di pomeriggio quelle orali. Questa certificazione è valida anche per attestare la conoscenza della lingua italiana per iscriversi alle università.
A chiudere il ciclo degli esami è stato il livello B1 cittadinanza, giovedì 10 giugno. 20 candidati hanno svolto le loro prove orali per la certificazione indispensabile per ottenere la tanto desiderata cittadinanza italiana.
Atmosfera nei tre giorni molto serena. La Scuola cerca sempre di essere di sostegno in tutte le situazioni che i propri alunni affrontano. Gli esami pur svoltisi in serietà sono stati accompagnati da sorrisi di occhi, considerato l’obbligo di indossare le mascherine, da gomitate al posto di abbracci, da tanto entusiasmo, sorpresa e curiosità di vedersi finalmente da vicino. Non bisogna dimenticare che questo anno la Scuola di italiano ha adottato la didattica a distanza, la famosa oramai DAD, quindi in realtà gli alunni non si conoscevano di persona come anche non conoscevano i propri insegnanti se non tramite i propri telefonini o PC. Alcuni di questi alunni si sono connessi direttamente dalla Russia o da qualche lontana provincia di Napoli o semplicemente dalla cucina di qualche ristorante dove lavorano, etc. Altri per la prima volta hanno utilizzato una piattaforma e a stento sapevano scaricare un file o compilare e trasmettere un compito. Vero anche che alcuni di loro hanno potuto partecipare alle lezioni proprio grazie a questa modalità online che non li obbligava a spostamenti e permetteva loro di seguire le lezioni senza dover abbandonare il proprio lavoro.
È stato un anno che ha messo tutti noi di fronte ad una prova inaspettata, quella di doversi “arrangiare” e riorganizzare il lavoro di scuola adattandolo alla nuova realtà. Alunni connessi dall’altra parte del monitor e spesso del mondo, genitori, parenti, conviventi, datori di lavoro o coinquilini sono stati “costretti” a dover subire la scuola a casa, così come la scuola all’improvviso si è dovuta trasferire nelle case e nelle stanze degli alunni.
A Scuola, ci sono ragazzi e ragazze, donne e uomini provenienti da tutto il mondo, lavoratori, immigrati scappati da vite impossibili alla ricerca del meglio, signore 60enni, badanti, ragazzi 20enni, etc. che si sono dovuti adattare a questa nuova ed improvvisa realtà. Ma nulla ha ostacolato la tanta voglia di stare “insieme” e la tanta voglia di far parte di questa grande famiglia che di nome fa “Scuola di Pace”.
Monika Jezak