Sono stato a Gaza 3 anni fa… Editoriale Verba volant
Editoriale Verba Volant Maggio 2018
Sono stato a Gaza 3 anni fa…
Carissimi, anche io come voi in questi giorni ascolto e vedo le notizie che arrivano da Gaza, tanti morti, migliaia di feriti. L’ambasciata Usa aperta a Gerusalemme, le dichiarazioni dei
leaders di Usa e di Israele, ecc… Vivo questi giorni con i sentimenti di qualche anno fa, quando il 3-4 marzo 2015 sono stato nella striscia di Gaza.
E’ chiaro che il contesto è diverso. Io ero tornato da Gaza dopo aver visto come era stata ridotta! Mi era difficile addormentarmi con quelle immagini ancora fisse negli occhi. In questi giorni, vivo la stessa condizione emotiva. Come si fa a prender sonno di fronte a questa tragedia che abbiamo visto ieri, oggi e non sappiamo ancora per quanti giorni durerà.
Violenze, uccisioni, morti. E tanta retorica. Sul campo restano i morti. Ci si chiede: fino a quando? Lo abbiamo detto anche anche nel nostro comunicato oggi 15 maggio, le parole non bastano. E’ chiaro che dobbiamo andare oltre e trovare motivazioni per credere ancora che una pace sia possibile. Importante quindi il premio ‘Ponti e non muri..’ E’ una risposta pacifica alla violenza. Vediamo violati i diritti del popolo palestinese, e non possiamo sempre sentire la retorica della ragion di Stato.
Noi come Pax Christi siamo chiamati ad invocare il Dio della pace, ma è anche importante tener desta l’attenzione. Non è possibile che questa situazione vada avanti così! Vediamo che anche all’interno di Israele ci sono molti segnali di persone che non approvano questo massacro.
E questa sera, 15 maggio, rivivo quelle emozioni di 3 anni fa a Gaza e mi chiedo ancora: come si fa a prendere sonno?
Ricordiamo tutti che il 15 maggio del 2015 ci fu l’Assemblea Internazionale di Pax Christi proprio a Betlemme, e che l’allora Segretario Internazionale non ebbe il permesso di entrare in Israele!
Certo, abbiamo la fede che ci sostiene e sappiamo, come dice la Bibbia, che il Pastore di Israele non dorme ma veglia. Questo è l’invito ad essere svegli e a vigilare. Se anche le voci di coloro che disapprovano questa violenza, che denunciano questo massacro vengono meno avremmo un silenzio pericoloso, che non aiuta la pace.
Siamo sempre più coinvolti in un clima di violenza. Penso al crescente mercato delle armi italiano e mondiale. Penso anche ai bambini a cui si mettono in mano delle armi, lo abbiamo visto anche a Trento qualche giorno fa in occasione dell’adunata degli Alpini. Abbiamo visto anche la presenza del Ministro della Difesa e del Presidente della Repubblica (che non andava a questa adunata da 21 anni). Il Presidente è andato per fare memoria in questo contesto internazionale e italiano ( e non stiamo attraversando momenti tranquilli). Ma quale memoria è possibile se poi si contnua a ‘giocare’ con la guerra? Sono segnali che invitano a non tacere sul crescente clima anche culturale di violenza in cui viviamo. E’ grave coinvolgere i bambini mettendo nelle loro mani le armi.
Se poi aggiungiamo le testimonianze dalla Repubblica Democratica del Congo, dallo Yemen ecc.. il quadro diventa davvero angosciante.
E’ importante quindi pregare, lavorare per la pace e non tacere. E voglio concludere, mentre mi preparo a partecipare all’Assemblea nazionale dei Vescovi Italiani, esprimendo pubblicamente la mia solidarietà, dopo averlo fatto personalmente, al Vescovo di Iglesias, mons. Giovanni Paolo Zedda, che nei giorni scorsi è intervenuto a proposito della RWM che produce bombe che l’Italia vende all’Arabia Saudita che le usa per bombardare lo Yemen. Le sue parole, sono anche le mie, sono anche le nostre. E valgono per tutte le persone bombardate e uccise nel mondo.
“Nessuno di noi – afferma il Vescovo di Iglesias – giustificherebbe mai che armi prodotte altrove fossero mandate a bombardare le nostre case, le nostre scuole, i nostri ospedali, le nostre chiese, la nostra gente. Ma le popolazioni dello Yemen non hanno i nostri stessi diritti?”
Giovanni Ricchiuti
Presidente di Pax Christi –
15 maggio 2018