“Una Shengen della Difesa”?
Trovo incredibile, come cittadino e ancora di più come cristiano, che la ministra della Difesa, Pinotti e degli Esteri Gentiloni, ambedue provenienti da ambienti pacifisti, abbiamo avuto l’ardire di lanciare un appello all’Europa perché si crei al più presto una “ Shengen della Difesa.” E questo proprio nel contesto di questa nostra guerra contro l’ISIS in Libia.
Dico subito il mio rifiuto per l’intervento dell’Italia, a fianco degli USA (in barba alla costituzione Italiana), senza avvisare il Parlamento e senza l’avallo dell’ONU. La ministra della Difesa Pinotti ha ammesso che abbiamo una quarantina di Forze Speciali all’opera sul suolo libico, per proteggere la nostra intelligence impegnata sul posto in azioni di supporto informatico alle milizie libiche. In Libia ci sono soldati americani per guidare gli attacchi aerei USA, ma soprattutto soldati inglesi che hanno il compito di guidare la guerra contro l’ISIS. Gli americani assicurano che sarà una guerra di “30 giorni”, ma così affermavano anche per la guerra in Iraq e Afghanistan! E sono ancora lì dopo oltre dieci anni! Altrettanto succederà nel ginepraio libico. Ma quello che maggiormente mi preoccupa è che l’Italia si dimentica di quanto i libici ci odiano per i crimini da noi commessi durante l’occupazione coloniale! Abbiamo fucilato e impiccato in quel periodo centomila libici su una popolazione di ottocentomila. Necessariamente questa guerra contro la Libia, paese arabo-musulmano, verrà vista come una nuova ‘crociata’ contro l’Islam. La mia paura più grande è che questa guerra non farà altro che spingere centinaia di gruppi armati jihadisti della zona subsaheliana, dal Mali alla Somalia ad unirsi all’Isis per creare un califfato nel cuore dell’Africa con conseguenze tragiche per il continente nero, ma anche per noi. Basta con le guerre, basta con le armi! Dobbiamo invece far lavorare la diplomazia e l’ONU per spingere le tre entità in cui si è spezzata la Libia: la Tripolitania con il governo Serraj, la Cirenaica con il generale Haftar e il Fezzan, a mettersi insieme per formare un governo di unità nazionale.
Invece i nostri governanti perseguono la politica delle armi. E’ infatti in questo contesto che i Ministri R. Pinotti e P.Gentiloni hanno lanciato un Appello sul quotidiano francese Le Monde dello scorso agosto per un’ulteriore militarizzazione nella UE. “Si tratterebbe – i due ministri scrivono – di dotare la UE di un’accresciuta autonomia di azione, rafforzando le capacità militari comuni, nonché l’industria militare europea della Difesa.” Un invito fatto a un’Europa dove il fatturato militare è già molto alto! Solo l’Italia nel 2015 ha esportato per un valore di 8,247 miliardi, un boom del 186% rispetto al 2014!! Armi vendute per esempio agli Emirati arabi e all’Arabia Saudita che le usano per armare i gruppi della jihad e per la guerra contro lo Yemen. Come alla Turchia e all’Egitto, dove vengono violati i diritti umani. Nel loro Appello poi i due Ministri invitano la UE a fare un passo ancora più ambizioso: ”Il lancio da parte di un gruppo di stati membri, di una sorta di Unione per la difesa europea, una “Shengen della Difesa.”
Infatti i tecnici del Dicastero della Pinotti, in stretta collaborazione con la Farnesina, hanno elaborato un Piano che il Presidente Renzi ha illustrato alla Merkel e a Hollande nel Vertice di Ventotene. Questo Piano per creare una Difesa veramente europea è stato poi discusso il 5 settembre con i ministri della Difesa di Germania e Francia. F. Mogherini, alto rappresentante per la politica estera e di sicurezza alla UE, ha detto in una recente intervista: ”Dopo Brexit non esistono più scuse, ora può nascere una Difesa Europea”. Questo Piano di Difesa Europea prevede una più stretta collaborazione tra le industrie militari con agevolazioni fiscali e sovvenzioni ad hoc, il “ Libro bianco della Difesa “, e un “Direttorato” ad hoc.
E’ incredibile lo stimolo che tutto questo darà alla militarizzazione dell’Europa che è già ‘incastrata’ nella NATO dove vengono spesi quasi mille miliardi di dollari in Difesa! Quasi due miliardi di dollari al giorno!
Come missionario che ha toccato con mano la miseria in cui è costretta a vivere così tanta gente e come prete, obbligato per mandato di Gesù di Nazareth alla nonviolenza attiva, non posso che dire NO a questa crescente militarizzazione e produzione di armi che servono a creare sempre nuove guerre, dall’Ucraina alla Libia, dal Sud Sudan alla Somalia, dal Mali allo Yemen, dal Sudan alla Siria, dall’Iraq all’Afghanistan.
E chiedo a tutti, credenti e laici, di alzare la voce gridando il proprio dissenso da questa politica sempre più armata che produce guerra ovunque. E chiedo a tutti i movimenti, comitati, forum di unire le forze per obbligare il nostro governo a obbedire alla propria costituzione che dice: ”L’Italia ripudia la guerra!”
Mi auguro che la Perugia-Assisi che si terrà il 9 ottobre prossimo, ci aiuti a rimettere tutti in movimento per dire basta a questa follia (così la chiama Papa Francesco) del militarismo e della guerra.
Napoli,9 settembre 2016 Alex Zanotelli