Una Canzone di Pace 2009
di Franco Maiello
La serata conclusiva del programma annuale della Scuola di Pace è sempre la più gioiosa. E’ quella che vede riuniti tutti gli amici che, con i giovani partecipanti alla gara canora, e i gruppi di professionisti che, volontariamente, e con piacere, fanno da cornice , creano una atmosfera magica che vale la pena vivere, a fine maggio di ogni anno.
La Scuola di Pace, in questo 2009, ha riportato a Scampia la manifestazione canora, nella più ampia sala dell’Auditorium. Gli spettatori hanno riempito la gradinata ed hanno affollato, in piedi, i corridoi laterali. L’entusiasmo è…salito alle stelle. Le due sezioni della gara, quella delle associazioni e quella dei gruppi emergenti hanno visto, ciascuna, la partecipazione di quattro gruppi. La “carica” alla manifestazione è stata data dai “Vottafuoco”, gruppo di musica e canti della tradizione folcloristica napoletana, con alle spalle oltre 30 anni di attività artistica. A metà spettacolo si sono esibiti gli ‘A67 di Daniele Sansone che, come al solito, hanno entusiasmato i molti spettatori della “167” (gli ‘A67 derivano il loro logo proprio dall’accorciamento che il cosiddetto “volgo” faceva di quel numero), ma anche i tanti venuti da ogni parte di Napoli e dalla provincia. La serata si è conclusa con nuovi interventi dei due gruppi sopra indicati.
Prima di passare in rassegna le canzoni in gara vorrei parlare dello “schioppettante” Lello Bruno, che ha presentato la serata, i gruppi, le canzoni ma, soprattutto, si è esibito in una serie di “gag” sul tema dell’accoglienza e della pace, suscitando notevole entusiasmo per la carica umoristica che ha saputo esprimere. Emanuele Aprile, che ha curato la regia ha ben utilizzato ogni spazio ed ogni momento perché lo spettacolo risultasse piacevole e…senza “sbavature”.
Ed eccoci ai protagonisti della serata. Hanno iniziato i GATTA BLU con la canzone “Il semaforo rosso”, su testo di Marcello, Alessandro, Salvatore e Massimo, coordinati da Imma Palladino. E’ la storia di un bambino che gioca ma un giorno la sua vita si interrompe e resta senza colori, senza sorriso e, come un semaforo rosso, resta sempre fermo alla stazione. E’ una dolce poesia immersa in un mare di malinconia.
I PIETRANGOLARE, secondo gruppo, si sono rifatti direttamente al tema con “Liberiamo la Pace” di Maria Ferrara, con musica di Gaetano Fontanella. E’ un testo contro l’odio e il razzismo. “Dai, fermiamo questa giostra fatta di egoismo e di stupido arrivismo. Tu lo vedi, blocca l’anima. Ed il mondo poi non sente ma sa vendere la pace…”
Sul difficile rapporto tra gli uomini, in questo tempo, come, purtroppo, in tutti i tempi passati, vorrei riportare un breve scritto di Simone Weil, la grande pensatrice francese della prima metà del secolo scorso, tratto dal III Quaderno: “Il rapporto tra l’io e il mondo… Amare il prossimo come se stessi non significa amare tutti gli esseri ugualmente, perché io non amo ugualmente tutti i modi di esistenza di me stessa. Bensì avere con ciascuno il rapporto che c’è tra un modo di pensare l’universo, e non una parte dell’universo. Un uomo a dieci passi da me è qualcosa che è separato da me da una distanza (dieci passi), ma è anche un’altra prospettiva in cui appaiono tutte le cose. Il rapporto tra me e un altro uomo non può mai essere analogo al rapporto tra il cieco e il bastone, e neppure il rapporto inverso; per questo la schiavitù è contraria alla natura e alla ragione…”
Un canto breve e triste quello dei “Siamo tutti ragazzi a nuovi orizzonti” ovvero la “S.T.R.A.N.O. band”. Quei ragazzi che “cercano un raggio di sole, uno spiraglio di luce, qualcuno che ti tenda una mano…” Il titolo: “Un giorno migliore”, con parole di Marcello Cacace e musica di Leonardo De Lorenzo. Questo canto ha ben meritato il premio per il migliore arrangiamento musicale.
Gli ESPERIA, magnifico e corposo gruppo di Scampia,hanno interpretato un canto dal titolo “Napoli si accende” su testo e musica di Marco Francini. Vi si sente “rinascere la forza di vivere qui, di esserci a Napoli, di non andare via”. Si intuisce il malumore che avvince soprattutto i giovani ma che non si dirigono verso “quel treno che parte per nuovi orizzonti” Questi ragazzi, che vogliono amare lingue diverse e facce che sorridono, vogliono anche gridare al mondo a testa in su che di Napoli siamo tutti noi. Di fatto Napoli si accende perché sente la storia, le passioni e l’energia… Questo canto, nell’insieme molto bello, ha suscitato entusiasmo tra il pubblico e, non a caso, è stato premiato come il migliore per la sezione “Associazioni”.
I NOCTURNA hanno presentato un breve testo di Monica Riccio con musica di Liberato Salvato, dal titolo” Utopia”. E l’Utopia è una anarchica magia dove “Attimi scorrono come ruscelli limpidi e oniriche visioni, e fermano il flusso del reale” Si è trattato di un canto dolce e piacevole, nella sua “lievità”, che “libra tra la luce e l’oscurità”.
Kuzulo Joao Da Silva è un asilante. Il termine è tristemente noto perché si riferisce a coloro che ottengono asilo politico in un Paese altro, rispetto a quello di origine. La canzone l’ASILANTE, con testo e musica dello stesso Joao, è la storia della sua vita dai 3 anni agli attuali 21. E prima di darne cenno vorrei approfittare della pazienza di chi legge queste note per proporre uno degli aforismi (il 334) di Frederich Nietzsche, da “La Gaia scienza”.
Bisogna imparare ad amare. Così va per noi nella musica: bisogna imparare a sentire una figura e un’aria in genere, a enuclearla, a distinguerla, a isolarla e delimitarla come una vita a sé; poi bisogna sforzarsi a metterci buona volontà per sopportarla, nonostante la sua estraneità, usare pazienza verso il suo sguardo e la sua espressione, carità verso ciò che ha di strano: alla fine viene il momento in cui ci siamo abituati ad essa, in cui ce l’aspettiamo, in cui presentiamo che poi ci mancherebbe,se mancasse. E ora essa esercita e continua a esercitare la sua coercizione e magia e non smette finché non siamo diventati i suoi umili ed estasiati amanti, che dal mondo non vogliono più niente di meglio di essa e ancora essa. Ma così va per noi non solo con la musica: proprio così abbiamo imparato ad amare tutte le cose che adesso amiamo. In conclusione, noi veniamo sempre ricompensati per la nostra buona volontà, la nostra pazienza, equità, dolcezza verso ciò che è estraneo, in quanto questo lentamente fa cadere il suo velo e si presenta come nuova, indicibile bellezza: è il suo ringraziamento per la nostra ospitalità. Anche chi ama se stesso lo avrà imparato per questa via: non c’è un’ altra via. Anche l’amore bisogna impararlo.
Bisogna dunque imparare ad amare. Amare tutti, soprattutto gli asilanti, cioè coloro che “sono cresciuti in un altro Continente, tra gente di cultura differente…” Dice Joao: “Se riguardo la foto dei miei nonni nella mia mente non riaffiorano i ricordi, ma ciò che mi fa male nel profondo è che potrò rincontrarli solo nell’altro mondo, dopo che mi avranno sepolto nella mia terra, macchiata del sangue versato per la guerra…” Questo canto, amaro e reale, è stato premiato per il miglior testo.
I VALDIVIA, con un testo di Andrea Visconti e musica del gruppo stesso, hanno eseguito “Dare-Fare”, che ha riscosso un grande successo di pubblico e si è anche meritato il premio per la migliore canzone del gruppo “emergenti”.
Ultimo canto in concorso quello di FRANCESCO CARICATI, autore ed esecutore. Il titolo: “E ancora conto i giorni” E’ un canto che non ha fatto rimpiangere nessuno di quelli eseguiti in precedenza: Bello, e triste, soprattutto nel testo, nel ricordo di una…mancata rivoluzione nel mito della liberazione.
La gioia di Corrado Maffia per l’ottima riuscita della manifestazione, apparso sul palco per i ringraziamenti di rito, traspariva da ogni suo sguardo, da ogni sua parola.
Ad ora ormai tarda, quando quasi tutti avevano lasciato la sala, esco anch’io dall’Auditorium e trovo Joao seduto su una panchina. Mi avvicino per salutarlo, per incoraggiarlo, per congratularmi, per… Joao mi abbraccia e mi stringe forte. Sarà perché la musica rafforza l’amore? Già, proprio come dice, fortemente, il grande filosofo tedesco.