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Insegnare l’Italiano L2 ai tempi del Coronavirus

INSEGNARE L’ITALIANO L2 AI TEMPI DEL CORONAVIRUS

L’Ass. Scuola di Pace continua la didattica con gli studenti immigrati Le porte della Scuola di italiano per stranieri dell’Ass. Scuola di Pace Napoli di via Foria, 93 si sono chiuse il 4 marzo 2020 dopo l’ultimo turno di lezioni terminato alle 20.30, a seguito delle prime misure di contenimento del Covid_19.

Dopo 12 anni di attività scolastica e 30 di attività associativa, uno dei punti di riferimento più significativi per centinaia di adulti immigrati a Napoli, desiderosi di apprendere la lingua del Paese nel quale ora vivono, si trova a dover ripensare ed attuare nuovi metodi per non interrompere l’anno scolastico iniziato nel mese di ottobre 2019.

La tecnologia, anche in questo caso, è venuta in aiuto di insegnanti ed allievi desiderosi, prima di tutto, di rimanere in contatto e in secondo luogo di non arrestare il processo di apprendimento di una lingua essenziale per i nostri “Nuovi Italiani”.

Skype, Whatsapp, Zoom, Classroom, weSchool, piattaforme online di vario genere sono diventate i nuovi strumenti per docenti e discenti, molti dei quali completamente nuovi a queste tipologie comunicative. Ciò sta permettendo il prosieguo delle lezioni per tutte le classi composte della scuola: due classi di livello Pre-Alfa, due classi di livello A1, due classi di livello A1+, due classi di livello A2, una classe di livello B1 e una classe di livello B2, per un totale di 300 studenti provenienti da 40 diverse nazioni sparse in tutti e cinque i continenti e 50 tra docenti, tutor, volontari e tirocinanti, tutti volontari.

La didattica online attuata in quest’ultimo mese si sta rivelando di una importanza fondamentale per tutti gli studenti, a cominciare da quelli dei livelli inziali, seppur con qualche difficoltà logistica, a quelli dei livelli più avanzati i quali si stanno preparando per la certificazione di lingua italiana CILS dell’Università per Stranieri di Siena, di cui la Scuola di Pace Napoli è sede d’esame ufficialmente riconosciuta.

Continuano così le prove a distanza per gli esami che, in tempi normali, si tenevano presso la Scuola nel mese di giugno, mentre quest’anno si attendono le nuove direttive da parte dell’Università di Siena e in primis dal nostro Governo.

Ad ogni modo gli esami si svolgeranno: il livello A2 (integrazione) che serve per richiedere il Permesso di Soggiorno per soggiornanti di lungo periodo; il livello B1 per ottenere la cittadinanza italiana e il livello B2 per chi voglia iscriversi all’Università o comunque certificare delle competenze più avanzate. (Livelli del Quadro Comune Europeo di Riferimento, QCER).

Alcune perplessità non mancano.

Come fare a coinvolgere gli studenti meno digitalizzati, tenendo conto, tra l’altro, che non tutti hanno facile accesso a Internet.

Come fare a tener fede a quelli che sono i pilastri dell’insegnamento glottodidattico che poggia su metodi comunicativi ma soprattutto umanistico-affettivi, con una forte attenzione ai bisogni umani, cognitivi, affettivi e fisici del proprio discente mantenendo la dovuta “distanza”?

Come motivare allo studio persone adulte che in questa grave crisi sono tra le fasce sociali più gravemente colpite a livello economico e quindi meno tutelate?

In questo caso non ci sono metodi prestabiliti o indicazioni da seguire, si procede sperimentando, insegnanti ed alunni insieme. Gli incontri sulle piattaforme che si ripetono ogni Lunedì e Mercoledì, per tener fede ai giorni di lezione della scuola, vogliono lanciare un primo messaggio che la Scuola di Pace con tutti i docenti è presente e attiva per i propri studenti.

Suddivisi in piccoli gruppi, docenti e allievi si incontrano in una classe virtuale ai cui poli c’è l’intimità della casa dell’insegnante e quella della casa dello studente e tutto procede come se fossimo in aula: i saluti, le domande su quando potremo uscire, gli aggiornamenti sull’emergenza, la condivisione di stati d’animo, l’elenco di cose fatte e non fatte durante la quarantena e poi, libro alla mano e videocamera puntata si inizia a non pensare ad altro che alla lingua italiana. L’insegnante ha la possibilità di usare la propria casa per mostrare oggetti o prodotti per arricchire il vocabolario dei suoi allievi. Paradossalmente anche a “distanza” ci si può sentire vicini, si entra nelle case, a volte si conoscono parenti che passano dietro la videocamera per sbaglio, ci si presenta in modo meno formale e questo crea legami.

Gli studenti che non hanno accesso alla tecnologia ricevono telefonate dirette dai propri insegnanti che oltre ad informarsi sullo stato di salute condividono iniziative sociali e umanitarie di varie associazioni che offrono aiuti alimentari, disbrigo pratiche, acquisto farmaci, per alleviare un disagio economico che molti studenti non osano rivelare. Tutto questo perché oltre alla lingua in sé, il messaggio più importante parte dalle parole del Presidente Corrado Maffia “per i nostri studenti dobbiamo esserci sempre, nell’attesa di poterci riabbracciare presto”.

Claudia Portadibasso, docente di italiano L2

Articolo di Claudia Portadibasso

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